Leuca e i suoi simboli: il santuario e il faro

La Basilica Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae (ovvero presso il confine della terra) è un importante luogo di pellegrinaggio costruito sopra un tempio romano dedicato alla dea Minerva, dove un tempo si fermavano i naviganti che prima di doppiare il Capo si rifugiavano nel porto: “dove una volta si offrivano sacrifici a Minerva, oggi si raccolgono offerte per Maria, madre di Dio” recita l’iscrizione in latino posta su un’ara all’ingresso del luogo di culto legato ad una tradizione che vuole che non si possa andare in paradiso se prima non si è sostato qui in preghiera. Se ancora alla leggenda si deve ricorrere per datare la prima consacrazione (fu lo stesso San Pietro a farla, e la croce pietrina che si incontra scendendo verso la marina dal piazzale lo ricorda), è documentato storicamente il passaggio di illustri visitatori, come San Francesco e il papa Giovanni Paolo II. Distrutto dai Turchi il santuario venne ricostruito più volte, l’ultima nel 1722.

A pochi metri dalla spaziosa piazza del Santuario, l’occhio del visitatore non può sottrarsi alla maestosità e grandezza del Faro, progettato dall’ing. Achille Rossi e fatto costruire nel 1864 al posto di una torre anticorsara. Fu fatto funzionare per la prima volta la sera del 6 settembre 1866. Il faro che si erge fino a 47 mt dal suolo e a 102 mt dal livello del mare offre la possibilità, percorrendo all’interno, una scala a chioccia di 254  gradini, di salire fin sul terrazzo circolare. Spesso accade che nei giorni particolarmente limpidi si possano vedere Corfù e i monti Acrocerauni. Fu alimentato a petrolio fino al 1937; oggi è l’energia elettrica, ovviamente, a nutrire la sua lanterna, che emette fasci di luce visibili a oltre 40 km di distanza.

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