Grotte e torri da San Foca ad Otranto
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Grotte e torri da San Foca ad Otranto
Storia della Grotta della Poesia e di altre grotte e torri da San foca ad Otranto
Il versante adriatico salentino tra San Foca e Otranto presenta un complesso di grotte che si snoda nel sottosuolo. L’area della marina di Melendugno è ricca anche di molteplici torri di avvistamento.
Il versante adriatico salentino nel suo punto più a Nord presenta un complesso di grotte che si snoda nel sottosuolo, in corrispondenza delle località di San Foca (“Grotta degli Amanti”) e di Rocca Vecchia (“Grotta della Poesia”). Quest’area della marina di Melendugno è interessata anche dalla presenza di torri di avvistamento costiere; la più nota è Torre dell’Orso che ha dato nome ad una popolare località balneare.
La Torre Specchia Ruggeri è quella più a nord, non distante dalla riserva naturale delle Cesine, e sancisce il punto di confine tra il comune di Vernole e il comune di Melendugno.
A sud, nei pressi di San Foca, antico borgo di pescatori, dominato dalla imponente torre di guardia di San Foca o Capo di Sapone, la più nota grotta costiera è: la “Grotta degli Amanti”. La grotta è costituita da due ambienti comunicanti per mezzo di uno stretto cunicolo; si narra che qui fossero rinchiusi due amanti e che il cunicolo che unisce le due cavità sarebbe stato scavato proprio dalle loro ininterrotte e disperate lacrime. La leggenda vuole che i due innamorati, rifugiatisi in questa grotta per trovare riparo dal freddo vento di tramontana, non si accorsero che la marea saliva, e morirono teneramente abbracciati. Oltre a San Foca, anche Roca Vecchia affascina e richiama i turisti. Si tratta di una zona costiera dove paesaggio e storia divengono una cosa unica. Infatti quest’area ospita un complesso archeologico di straordinaria importanza: gli scavi hanno riportato alla luce un complesso sistema di fortificazione costituito da imponenti mura messapiche risalenti all’età del Bronzo (XV-XI secolo a.C.), oltre a numerosi reperti che per affinità ricordano modelli minoici ed egei. Qui, tra San Foca e Torre dell’Orso, ad incantare sono anche la Torre Roca Vecchia e il complesso della “Grotta della Poesia”: luogo simbolo del Salento ancestrale, crocevia di genti, popoli, culture diverse, che nei millenni l’hanno visitata con le loro imbarcazioni; è uno di quegli angoli di territorio salentino che ne racchiude il senso più autentico, come sito d’incontro e luogo di culto, dove ancora oggi sono racchiuse le “voci” del passato. In realtà si tratta di due grotte, chiamate “Posia” (dal greco, “sorgente d’acqua dolce”), note come grotte della Poesia. Le due grotte, distanti circa 60 metri l’una dall’altra, sono cavità naturali, di cui è crollata la volta. L’acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto. La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento, da parte dell’archeologo Cosimo Pagliara nel 1983, di iscrizioni messapiche, greche e latine, lungo tutte le pareti interne della grotta. Si tratta di un “arazzo” di preghiere fatte nel corso dei secoli dai naviganti, che si affidavano alle divinità, affinché potessero avere una buona traversata in mare. Tra le iscrizioni non manca la croce cristiana: questo non fa altro che testimoniare come l’utilizzo di questo luogo si protrasse anche in epoca paleocristiana, e conservò la sua aura di “luogo sacro”. Giovanni Tommaso Garrapa, lo stesso maestro di Torre Roca Vecchia, poco più a sud edificò circa a metà del 1500 Torre dell’Orso, appartenente al comune di Melendugno, conosciuta anche come Torre di porto dell'Orso o Torre dell'Urso o Creta Russa. La forma della torre è tronco-piramidale a base quadrata, ed è posta su un alto sperone della costa, pochi metri prima dell'arenile. Proseguendo verso Otranto, prima di giungere presso la località Alimini, un’area densa di bianche spiagge, laghi, baie e insenature, si incontra Sant’Andrea, un piccolo centro balneare preso d’assalto dai turisti d’estate per l’innegabile bellezza del minuscolo arenile principale e delle altre calette, che si affacciano tutte su un mare che è stato molte volte premiato con la bandiera blu. Prima di giungere ad Otranto si scorgono due altri torri costiere: la Torre Fiumicelli, in antico situata su una duna a 5 m di altezza (ormai sfiora il livello del mare) e Torre Santo Stefano, che ha dato il nome alla località che sorge in quel punto. Edificata a partire dal 1567 dal maestro leccese Paduano Baxi fu parzialmente distrutta durante la Seconda guerra mondiale; oggi della costruzione, interamente in blocchi regolari di carparo, rimangono in piedi solo due lati contrapposti. Attualmente è inglobata nel territorio del villaggio turistico occupante la zona intorno alla baia.
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La Torre Specchia Ruggeri è quella più a nord, non distante dalla riserva naturale delle Cesine, e sancisce il punto di confine tra il comune di Vernole e il comune di Melendugno.
A sud, nei pressi di San Foca, antico borgo di pescatori, dominato dalla imponente torre di guardia di San Foca o Capo di Sapone, la più nota grotta costiera è: la “Grotta degli Amanti”. La grotta è costituita da due ambienti comunicanti per mezzo di uno stretto cunicolo; si narra che qui fossero rinchiusi due amanti e che il cunicolo che unisce le due cavità sarebbe stato scavato proprio dalle loro ininterrotte e disperate lacrime. La leggenda vuole che i due innamorati, rifugiatisi in questa grotta per trovare riparo dal freddo vento di tramontana, non si accorsero che la marea saliva, e morirono teneramente abbracciati. Oltre a San Foca, anche Roca Vecchia affascina e richiama i turisti. Si tratta di una zona costiera dove paesaggio e storia divengono una cosa unica. Infatti quest’area ospita un complesso archeologico di straordinaria importanza: gli scavi hanno riportato alla luce un complesso sistema di fortificazione costituito da imponenti mura messapiche risalenti all’età del Bronzo (XV-XI secolo a.C.), oltre a numerosi reperti che per affinità ricordano modelli minoici ed egei. Qui, tra San Foca e Torre dell’Orso, ad incantare sono anche la Torre Roca Vecchia e il complesso della “Grotta della Poesia”: luogo simbolo del Salento ancestrale, crocevia di genti, popoli, culture diverse, che nei millenni l’hanno visitata con le loro imbarcazioni; è uno di quegli angoli di territorio salentino che ne racchiude il senso più autentico, come sito d’incontro e luogo di culto, dove ancora oggi sono racchiuse le “voci” del passato. In realtà si tratta di due grotte, chiamate “Posia” (dal greco, “sorgente d’acqua dolce”), note come grotte della Poesia. Le due grotte, distanti circa 60 metri l’una dall’altra, sono cavità naturali, di cui è crollata la volta. L’acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto. La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento, da parte dell’archeologo Cosimo Pagliara nel 1983, di iscrizioni messapiche, greche e latine, lungo tutte le pareti interne della grotta. Si tratta di un “arazzo” di preghiere fatte nel corso dei secoli dai naviganti, che si affidavano alle divinità, affinché potessero avere una buona traversata in mare. Tra le iscrizioni non manca la croce cristiana: questo non fa altro che testimoniare come l’utilizzo di questo luogo si protrasse anche in epoca paleocristiana, e conservò la sua aura di “luogo sacro”. Giovanni Tommaso Garrapa, lo stesso maestro di Torre Roca Vecchia, poco più a sud edificò circa a metà del 1500 Torre dell’Orso, appartenente al comune di Melendugno, conosciuta anche come Torre di porto dell'Orso o Torre dell'Urso o Creta Russa. La forma della torre è tronco-piramidale a base quadrata, ed è posta su un alto sperone della costa, pochi metri prima dell'arenile. Proseguendo verso Otranto, prima di giungere presso la località Alimini, un’area densa di bianche spiagge, laghi, baie e insenature, si incontra Sant’Andrea, un piccolo centro balneare preso d’assalto dai turisti d’estate per l’innegabile bellezza del minuscolo arenile principale e delle altre calette, che si affacciano tutte su un mare che è stato molte volte premiato con la bandiera blu. Prima di giungere ad Otranto si scorgono due altri torri costiere: la Torre Fiumicelli, in antico situata su una duna a 5 m di altezza (ormai sfiora il livello del mare) e Torre Santo Stefano, che ha dato il nome alla località che sorge in quel punto. Edificata a partire dal 1567 dal maestro leccese Paduano Baxi fu parzialmente distrutta durante la Seconda guerra mondiale; oggi della costruzione, interamente in blocchi regolari di carparo, rimangono in piedi solo due lati contrapposti. Attualmente è inglobata nel territorio del villaggio turistico occupante la zona intorno alla baia.
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