Grotte e torri costiere del Salento
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Grotte e torri costiere del Salento
Torri di avvistamento per la difesa del territorio e grotte marine per la conservazione di storia e natura
Il Salento vanta una grande densità di grotte e torri di avvistamento su entrambi i litorali, da San Cataldo a Leuca, sino ai litorali più bassi e sabbiosi di Gallipoli e delle marine di Nardò e Ugento.
Le torri di avvistamento ben si integrano, soprattutto nel ricordo della fiera e memorabile resistenza delle genti salentine, con gli splendidi paesaggi costieri. Le primissime sono opera dei Bizantini per difendersi dalle invasioni dei Longobardi. Ma fu ad opera degli spagnoli e di Carlo V in particolar modo, durante la seconda metà del 1500, che si realizzò un piano organico di fortificazioni costiere, allo scopo di contrastare la minaccia musulmana e quella piratesca, i cui attacchi si concentrarono soprattutto dal 1500 al 1571. La strategia di difesa del territorio contemplava anche la ristrutturazione delle torri già esistenti di età sveva e angioina e la fortificazione delle masserie, roccaforti dell'economia salentina. Fu il viceré Don Pietro di Toledo, intorno agli anni ’30 del 1500, ad ordinare la costruzione di tali strutture fortificate lungo tutta la costa, adriatica e ionica (a partire, probabilmente, da Otranto e da Novaglie), in seguito all’assedio di Otranto da parte dei Turchi del 1480. Ben presto divenne evidente però, che erigere così tante torri difensive era impresa alquanto ardua, specie da un punto di vista economico. Sicché venne escogitato dalle autorità spagnole uno stratagemma: chi si fosse preso l'impegno costruttivo sarebbe poi stato ripagato con il titolo di “capitano di torre”. Questi aveva spesso il diritto anche di riscuotere dazi, non offrendo l'aiuto di difesa e riparo a chi fosse stato inadempiente. Alla difesa di ogni torre, poi, erano preposti un caporale ed un cavallaro, dotati di cannoni a palle e alabarde. Il disarmo sarebbe avvenuto solo nella prima metà del XIX secolo, con la fine delle incursioni.
Un censimento del 1749 ha evidenziato che le torri di avvistamento ancora integre disseminate sulle coste erano circa un'ottantina: oggi molte sono state soggette a crolli importanti e il numero è diminuito.
Entrambi i versanti costieri salentini sono interessati dalla densa presenza di torri di avvistamento e grotte marine: a partire da quello adriatico, nei dintorni di Otranto le torri più importanti sono: Torre sant’Andrea e Torre del Serpe. Questo tratto litorale è noto soprattutto perché ospita la Grotta della Poesia nei pressi di Roca Vecchia. Nel tratto di litoranea che congiunge Otranto a Castro, passando per Porto Badisco e Santa Cesarea, si incontrano Torre Minervino e Torre Miggiano e le ricchissime, per importanza storica e paesaggistica, Grotta dei Cervi, (Porto Badisco), Grotta Azzurra, Grotta Romanelli e Grotta Zinzulusa (Castro).
Il tratto costiero che comprende Castro Marina, le marine di Marittima e di Andrano, ricollegandosi con il versante adriatico di Santa Maria di Leuca, è molto interessato dal fenomeno carsico che ha dato vita alle caratteristiche grotte costiere. Tra le più note è la “Grotta Verde” che si trova all’ingresso della Marina di Andrano. Volgendosi a sud, in direzione Leuca si incontra il noto fiordo sovrastato da un ponte, il Ciolo, esattamente sotto il quale si trova la Grotta del Ciolo. Nei pressi di S.M. di Leuca, in appena pochi chilometri di costa si possono trovare a levante scogliere alte e frastagliate, che scendono a picco nel mare Adriatico e a ponente piccoli arenili che interrompono scogli bassi o ancora ampie distese di spiaggia sabbiosa dal colore giallo oro. A rendere ancora più interessante tutto il litorale è la densa presenza di numerose grotte carsiche marine; tra le più importanti si ricordano la Grotta Cazzafri sul versante di Levante e la Grotta Porcinara su quello di Ponente. Sulla costa ionica, a partire dal tratto che da Leuca risale passando per Ugento svettano numerose torri ridotte a ruderi; la più suggestiva è la Torre del Naspre che, a pianta circolare, sorge direttamente su una rupe a picco sul mare. Qui si trova anche l'unica torre di avvistamento con le fondamenta completamente immerse nel mare: Torre Pali. Degne di nota sono anche Torre Mozza e Torre San Giovanni.
Risalendo il litorale nei pressi di Gallipoli e Nardò si trovano Torre Suda, oggi restaurata completamente e sede di mostre stagionali e sfruttabile come locazione per matrimoni civili, Torre dell'Alto e Torre dell'Inserraglio. Questo tratto ionico di costa è anche ricco di grotte marine, meritano menzione la Centrale Cala di Uluzzu e la Grotta del Cavallo, di cui è nota una frequentazione di età preistorica. L’unicità dei ritrovamenti archeologici ha determinato il nome del periodo preistorico definito, appunto, “Uluzziano”. L’ultimo tratto di costa ionica salentina, quello più a nord, è presidiato da Torre Sant'Isidoro, Torre Squillace, Torre Cesarea, Torre Lapillo, Torre Castiglione, Torre Colimena, Torre Borraco, Torre dei Molini. Questa zona è particolarmente ricca di costruzioni torriere proprio per via dell'alto tasso di incursioni a cui era soggetta.
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Un censimento del 1749 ha evidenziato che le torri di avvistamento ancora integre disseminate sulle coste erano circa un'ottantina: oggi molte sono state soggette a crolli importanti e il numero è diminuito.
Entrambi i versanti costieri salentini sono interessati dalla densa presenza di torri di avvistamento e grotte marine: a partire da quello adriatico, nei dintorni di Otranto le torri più importanti sono: Torre sant’Andrea e Torre del Serpe. Questo tratto litorale è noto soprattutto perché ospita la Grotta della Poesia nei pressi di Roca Vecchia. Nel tratto di litoranea che congiunge Otranto a Castro, passando per Porto Badisco e Santa Cesarea, si incontrano Torre Minervino e Torre Miggiano e le ricchissime, per importanza storica e paesaggistica, Grotta dei Cervi, (Porto Badisco), Grotta Azzurra, Grotta Romanelli e Grotta Zinzulusa (Castro).
Il tratto costiero che comprende Castro Marina, le marine di Marittima e di Andrano, ricollegandosi con il versante adriatico di Santa Maria di Leuca, è molto interessato dal fenomeno carsico che ha dato vita alle caratteristiche grotte costiere. Tra le più note è la “Grotta Verde” che si trova all’ingresso della Marina di Andrano. Volgendosi a sud, in direzione Leuca si incontra il noto fiordo sovrastato da un ponte, il Ciolo, esattamente sotto il quale si trova la Grotta del Ciolo. Nei pressi di S.M. di Leuca, in appena pochi chilometri di costa si possono trovare a levante scogliere alte e frastagliate, che scendono a picco nel mare Adriatico e a ponente piccoli arenili che interrompono scogli bassi o ancora ampie distese di spiaggia sabbiosa dal colore giallo oro. A rendere ancora più interessante tutto il litorale è la densa presenza di numerose grotte carsiche marine; tra le più importanti si ricordano la Grotta Cazzafri sul versante di Levante e la Grotta Porcinara su quello di Ponente. Sulla costa ionica, a partire dal tratto che da Leuca risale passando per Ugento svettano numerose torri ridotte a ruderi; la più suggestiva è la Torre del Naspre che, a pianta circolare, sorge direttamente su una rupe a picco sul mare. Qui si trova anche l'unica torre di avvistamento con le fondamenta completamente immerse nel mare: Torre Pali. Degne di nota sono anche Torre Mozza e Torre San Giovanni.
Risalendo il litorale nei pressi di Gallipoli e Nardò si trovano Torre Suda, oggi restaurata completamente e sede di mostre stagionali e sfruttabile come locazione per matrimoni civili, Torre dell'Alto e Torre dell'Inserraglio. Questo tratto ionico di costa è anche ricco di grotte marine, meritano menzione la Centrale Cala di Uluzzu e la Grotta del Cavallo, di cui è nota una frequentazione di età preistorica. L’unicità dei ritrovamenti archeologici ha determinato il nome del periodo preistorico definito, appunto, “Uluzziano”. L’ultimo tratto di costa ionica salentina, quello più a nord, è presidiato da Torre Sant'Isidoro, Torre Squillace, Torre Cesarea, Torre Lapillo, Torre Castiglione, Torre Colimena, Torre Borraco, Torre dei Molini. Questa zona è particolarmente ricca di costruzioni torriere proprio per via dell'alto tasso di incursioni a cui era soggetta.
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