Cultura popolare e tradizioni salentine
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Cultura popolare e tradizioni salentine
Origini e importanza della pizzica e della taranta nelle tradizioni salentine
Le tradizioni del Salento sono fra le più vive e originali del Sud Italia. È una terra ricca di antiche credenze, culti popolari e musicali tra i quali la PIZZICA, associata al morso della tarantola, è il più noto.
Esiste una concreta continuità fra il Salento che si è aperto al turismo e quello atavico, apparentemente immobile e chiuso nelle proprie tradizioni. Su questo lembo di terra ha esercitato nel tempo notevole influenza l'altra sponda adriatica, quella balcanica e greca: nei piccoli centri che compongono la Grecìa salentina, un enclave etnico-linguistica concentrata nella zona centrale del Salento, molti anziani parlano ancora il dialetto “griko", testimonianza della forte immigrazione di popolazioni greche in epoca bizantina. La forte influenza ellenica si esprime anche nella musica popolare, nei canti, nelle fiabe, nei racconti di streghe e folletti che popolano la magica campagna salentina. La musica ed il ballo rivestono un ruolo particolare nella tradizione salentina: sono la vera espressione della cultura e della storia di questo popolo. La danza popolare si chiama “pizzica”; ha origini molto antiche che risalgono addirittura a culti dionisiaci. Il nome “taranta”, alternativo a “pizzica”, deriva proprio dal morso della tarantola, che, secondo la tradizione, gettava la persona in uno stato di choc dal quale solo il suono di questa musica battente riusciva a risvegliare. Il malato danzava e musicisti specializzati suonavano per lui fino a quando non riuscivano ad annullare l’effetto del veleno. Il ballo proseguiva per giorni, talvolta per settimane, ed aveva un ritmo particolarmente accelerato. In seguito, con l’avvento del cristianesimo, la figura terapeutica di San Paolo si affianca a quella della guarigione tramite il ballo. Con il tempo questa danza è diventata patrimonio della cultura contadina. La pizzica salentina non era, quindi, solamente un ballo di festa di comunità o di famiglie, ma rappresentava un vero e proprio strumento di guarigione. La musica veniva eseguita da vari strumenti, tra i quali primeggiava, ovviamente, il tamburello, seguito dal violino e da altri strumenti a corde. Nonostante il fenomeno del tarantismo sia oggi completamente estinto, numerose feste richiamano quel rituale antico: durante tutto l'anno i migliori gruppi popolari salentini, durante le feste d'estate e nel Festival della Notte della Taranta, che si tiene a fine Agosto a Melpignano, recuperano la tradizione popolare lasciandosi trascinare dai ritmi frenetici della pizzica. Il recupero di vecchie celebrazioni non si esaurisce con il rimontante culto per la pizzica ma si manifesta anche nelle feste patronali. Celebrate durante tutto l’anno, le feste sono ancora in grado di muovere intere comunità e ruotano tutte intorno ad un percorso comune tanto religioso quanto laico. Cortei processionali dedicati a particolari santi si snodano per le vie delle città seguiti da bande musicali locali. Fuochi d’artificio decorano le notti, con strade affollate da giovani, anziani, famiglie e turisti. Stand dedicati all’enogastronomia locale occupano i larghi spazi delle vie principali, affiancati solitamente da bancarelle dedicate all’artigianato e alle produzioni del territorio e da vasti luna park dove grandi e piccini possono avventurarsi sulle giostre più disparate.
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